lunedì 5 febbraio 2018

Salvini? Che parlasse da solo...



di Andrea Balìa

Viviamo in qualcosa che dovrebbe somigliare, almeno nelle intenzioni, ad una democrazia.  Ragion per cui il cosiddetto diritto di parola è privilegio, regola o come dir si voglia, a cui possono in teoria  accedere tutti. Altresì regole e/o principi della costituzione, frutto di tristi esperienze storiche e conseguenti conquiste della resistenza che ne hanno determinato il superamento, come l’antifascismo, dovrebbero essere applicate magari con maggior puntualità e determinazione. L’epoca che attraversiamo è però connotata dall’esplosione dei fenomeni mediatici, per cui un giornalismo assetato e d’assalto, i talkshow, i social network, l’opportunismo preelettorale e chi più ne ha ne metta, determinano un vociare inconsulto.
E’di questi giorni il can can dovuto ai gravi episodi del ritrovamento  della ragazza uccisa, legato al nigeriano frequentatore delle sue ultime ore di vita, e a quello incredibile e susseguente della sparatoria con feriti gravi di persone di colore attuato e rivendicato da un folle assieme alla sua fede fascista e al suo passato di candidato nelle liste leghiste. Il leader leghista Matteo Salvini è stato preso di mira (perfino da Saviano…stranamente dimentico di frasi errate ed esempi negativi dovuti alla diffusione mediatica di sue opere) come fomentatore d’odio razziale. Purtroppo s’è accennato ad un controllo antifascista poco efficiente che porta a doverci sorbire dichiarazioni oscene al limite della decenza e della sopportazione come quelle di uno dei leader della destra xenofoba, razzista e antimeridionale. Che le faccia..visto che non si riesce a chiudergli la bocca..ma che siano frutto di ”motu proprio”. Mi spiego meglio : basterebbe non chiedergli opinioni, non intervistarlo, non ospitarlo nei talk show…e le sue esternazioni resterebbero ugualmente fastidiose, pericolose ed inopportune, ma senza il suffragio dell’onda e dell’amplificazione  mediatica. Dica..parli..ma lo faccia con i suoi mezzi. Utopia? Forse..in parte..ma un esempio significativo in tal senso lo ha dato ed applicato il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Salvini doveva venire a Napoli a  far mostra del suo verbo e delle sue insane idee..orbene il sindaco s’è con fermezza rifiutato di concedere un luogo istituzionale al ciarliero padano. Che venisse…in quell’ottica di pseudo diritto alla parola..ma lo facesse e s’organizzasse da solo…si scegliesse un luogo non ”ufficiale” della città dove blaterare  senza il suffragio d’amplificazione istituzionale.
Così è andata e l’obiettivo strumentale che s’era proposto ne è risultato  fortemente  compromesso.
Un po’ di fermezza ed arguzia non guasta per rendere almeno meno insopportabili parole ed atteggiamenti non in linea con un sano e decente dibattito politico.

Andrea Balìa

Nessun commento:

Posta un commento